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L’AIDS (Acquired Immune Deficiency Sindrome) è la sindrome da immunodeficienza acquisita ed è causata dal virus HIV. L’HIV è un retrovirus che attacca alcune cellule del sistema immunitario: i linfociti CD4. Un individuo che entra in contatto con il virus HIV può diventare sieropositivo. Si è sieropositivi quando sono presenti nel siero anticorpi specifici contro il virus HIV. Essere sieropositivi non significa essere malati di AIDS: si può restare sieropositivi per un lungo periodo, anche superiore a 10 anni, senza sviluppare la malattia che definisce una diagnosi di AIDS. L’HIV diventa AIDS nella maggior parte dei casi, ciò accade quando il livello dei linfociti CD4 è minore del 14%, però l’AIDS si può sviluppare più o meno velocemente in relazione ad alcuni fattori come lo stile di vita o il trattamento medico intrapreso.
Non esiste vaccino per l’HIV. Nel caso di esposizione al virus, è possibile sottoporsi ad un particolare trattamento farmacologico chiamato profilassi post-esposizione o PEP (Post-Exposure Prophylaxis), questo trattamento è in grado di ridurre notevolmente le probabilità di contagio, se applicato correttamente e nei tempi appropriati. Questo tipo di trattamento viene eseguito in genere dai reparti di infettivologia degli ospedali.
Il virus si trasmette per contatto oro-genitale, quindi anche se non tutti i contatti oro-genitali sono necessariamente veicolo di trasmissione del virus le consiglio di fare il test. Il test in sé non indica la presenza del virus, ma la presenza di anticorpi specifici sviluppati dal sistema immunitario dopo essere entrato in contatto con il virus. Esistono due tipi di test: il test ELISA e il Wester blot. Il primo permette di evidenziare la presenza di anticorpi specifici contro il virus, mentre il secondo è un test di conferma molto sensibile e si effettua nel momento in cui il test ELISA risulta positivo. Consideri il l’esistenza di un periodo finestra che va dal momento del contagio dell’infezione fino alla comparsa degli anticorpi contro il virus (in genere fino a 6 mesi). In questo periodo si può essere è infetti e contagianti, ma l’infezione non è rilevata dal test. Per effettuare il test può rivolgersi, gratuitamente, presso le Unità Operative Aids delle Asl e presso i Centri e Reparti di Malattie Infettive delle strutture Ospedaliere. Le modalità di accesso variano da struttura a struttura, di solito non è richiesta l'impegnativa del medico di famiglia e basta presentarsi direttamente presso le Unità Operative.
Nel caso in cui un ragazzo sia minorenne la legge prevede che il consenso sia a carico dei genitori o di chi ne esercita la patria potestà. La decisione, motivata, di non comunicare ai genitori di fare il test, é presa in considerazione se hai più di 14 anni e questa decisione sarà comunicata con le motivazioni al Tribunale dei minorenni. Nel tuo caso avendo compiuto i 16 anni in alcuni centri potrai effettuare il test senza problemi.
Il virus HIV si trasmette per via sessuale (penetrazione vaginale, penetrazione anale, rapporti oro-genitali) e per via parenterale (contatto sangue-sangue), ma anche per via verticale/materno-fetale (dalla madre al figlio durante la gravidanza, al momento del parto o durante l’allattamento). Il virus non si trasmette, invece, attraverso: baci, abbracci, carezze, sudore, lacrime, masturbazione reciproca, contatti casuali (non sessuali) in ambiente familiare e comunitario, l’uso comune di stoviglie, biancheria, letti o bagni, la puntura di insetti, l’uso di servizi igienici pubblici, rubinetti, telefoni o trasporti pubblici.
Le differenze sostanziali tra l’amniocentesi e l’esame dei villi coriali sono la sede del prelievo, e il tempo in cui vengono eseguiti i due esami. L’amniocentesi è un esame clinico che comporta il prelievo mediante un lungo ago di una siringa di una piccola quantità di liquido amniotico. Il prelievo dei villi coriali consiste nel prelevare, attraverso il collo uterino, un piccolo frammento di tessuto coriale, cioè di quel tessuto che diventerà la placenta.  Mentre l’amniocentesi può essere attuata solo attorno alla 16ª settimana, il prelievo dei villi coriali può essere effettuato già attorno alla 8ª-9ª settimana di gestazione. Le indicazioni per le due metodiche sono quasi le stesse: tutte le pazienti in gravidanza di età superiore ai 35 anni; gestanti che hanno già bambini affetti da anomalie cromosomiche;  presenza di anomalie cromosomiche in uno dei genitori;   presenza di Sindrome di Down o di altre anomalie cromosomiche in un parente stretto di uno dei genitori; indice di rischio elevato evidenziato dal bi-test o dal tri-test ; anomalie fetali riscontrate ecograficamente. L’innegabile vantaggio della villocentesi consiste nella precocità della diagnosi.  
Le complicanze più frequenti sono l’aborto (da 1 su 100 a 1 su 500) e la rottura del sacco amniotico. La possibilità di amniotite (infezione del liquido amniotico) è dovuta al trasporto di batteri attraverso l’ago che prima di arrivare in sede deve attraversare sedi non sterili come la cute ed è segnalata relativamente spesso in letteratura. La complicanza più temibile risulta comunque la rottura delle membrane, che può provocare al 30% un aborto ed è comunque causa di ulteriori complicanze.

Il cambiamento più importante nella fase di menopausa è un nuovo assetto ormonale che vede innanzitutto un calo degli estrogeni. A questo mutamento ormonale seguono dei cambiamenti fisici, molti dei quali possono interferire con la vita sessuale. Al calo degli estrogeni segue un progressivo assottigliamento della massa ossea, è infatti durante la menopausa che inizia solitamente il processo di osteoporosi con dolori osseo-articolari. Il cambiamento dell’assetto ormonale provoca spesso dei fenomeni di termoregolazione a volte repentini (le famose vampate di calore), altri sintomi possibili sono: la sudorazione improvvisa, una certa irritabilità e la tendenza alla depressione.

I cambiamenti fisiologici che investono più strettamente l’area sessuale sono relativi all’effetto degli estrogeni sugli organi sessuali: molto frequentemente la lubrificazione vaginale si riduce drasticamente rendendo i rapporti sessuali difficoltosi e dolorosi, le piccole e grandi labbra possono subire un assottigliamento e le pareti della vagina perdere tono ed elasticità. A volte si assiste ad un restringimento del canale vaginale che può rendere difficile la penetrazione o accentuare eventuali problemi di disfunzione erettile nel partner. Nel caso di secchezza vaginale e dolore durante i rapporti sessuali si dimostra efficace l’utilizzo di creme lubrificanti. Controversi sono invece i pareri medici riguardo alla terapia ormonale sostitutiva che sembra utile nel ridurre i sintomi fisici della menopausa e nel preservare il tessuto osseo, ma che sembra giocare un ruolo predisponente rispetto al rischio di contrarre tumori uterini. La scelta più opportuna sarà valutata insieme con il medico di base o lo specialista (endocrinologo/ginecologo) e sarà in relazione ad ogni singolo caso considerando il quadro clinico e le esigenze della donna in esame.

Molte donne attraversano la menopausa senza avvertire alcun disagio, vivendola semplicemente come una fase naturale. Non soffrono di particolari disturbi fisici o psicologici. Altre donne in rapporto al contesto socio-culturale in cui sono cresciute, all’educazione ricevuta e al tipo di esperienze vissute avvertono la fine del ciclo mestruale come episodio che conclude non solo la capacità procreatrice, ma anche la capacità di essere donna, soggetto e oggetto di seduzione e di desiderio sessuale. Per queste donne la menopausa corrisponde al declino, alla fine della propria sessualità e femminilità.

Il periodo climaterico può rappresentare un passaggio critico, ma non deve significare la sanzione di una fine, l’annunciata e declamata conclusione di un ciclo di femminilità che si esprime attraverso una avvilente e negata corporeità. Ogni periodo di crisi può divenire un periodo di rielaborazione e revisione del proprio modo di essere. Attraverso il passaggio climaterico la donna può incontrare l’occasione per ricercare e tentare di ricostruire una sua propria identità, per rilanciare una nuova evoluzione, lontana dagli antichi pregiudizi e dai ruoli vincolanti sociali e privati. Nella storia personale la menopausa può rappresentare il passaggio ed il luogo in cui ricostruire una nuova immagine di sé attraverso il recupero della propria dimensione corporea, attraverso l’assunzione piena della propria sfera affettiva e sessuale e la riscoperta della femminilità.

In particolare la sessualità in questi anni dipenderà molto dal modo in cui la donna avrà accettato l’immagine del suo corpo che cambia e anche da come riuscirà ad adattarsi a questi nuovi cambiamenti che non si riferiscono soltanto al corpo, ma anche ad altri aspetti della vita e soprattutto al rapporto di coppia. Diverse ricerche in merito hanno rilevato che in buona parte il desiderio sessuale dopo la menopausa è in rapporto diretto con le abitudini sessuali stabilite negli anni precedenti. La presenza continua di relazioni gratificanti è la chiave per mantenere l’interesse e la vitalità dell’espressione erotica negli anni. In questo clima di cambiamenti socio-culturali che sovvertono ruoli e rapporti tra uomini e donne, la coppia che attraversa il climaterio deve riscoprire una diversa identità e conquistare nuovi modelli di riferimento.

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