Il mantenimento della corretta mobilità di organi come ad esempio l’Utero o la Vescica dipende dunque da molti fattori, fra i più importanti:
- Il buon bilanciamento delle pressioni toraciche, addominali e pelviche
- Il mantenimento del tono delle pareti muscolari e di una buona elasticità “articolare” degli organi
- Il corretto scorrimento fluidico (nutrimento arterioso, drenaggio venoso e linfatico) e il fisiologico funzionamento dell’impulso nervoso
Il Bilanciamento delle pressioni:
Il funzionamento di un apparato è in stretta relazione all’ambiente che lo circonda. L’ equilibrio dinamico che esiste fra la pressione interna di un organo e la pressione esterna ad esso è fondamentale e dipende dal movimento dei diaframmi toraco-addominale e pelvico e dalla loro escursione sincrona durante l’atto respiratorio. Asimmetrie e restrizioni diaframmatiche creano anomalie pressorie all’interno delle cavità.
Tono muscolare ed elasticità fasciale e legamentosa:
Mantenere una buona tonicità senza sviluppare contratture muscolari è molto importante in particolare per i muscoli addominali e per il pavimento pelvico che sono deputati al sostegno dei visceri addominali e della pelvi. Una condizione ipotonica di queste pareti muscolari provoca prolassi e conseguenti disfunzioni. Di fondamentale importanza nella mobilità degli organi è il trofismo del tessuto connettivo, che mediante fasce e ispessimenti legamentosi crea delle vere e proprie “articolazioni viscerali”. Ciò ha la funzione di proteggere gli apparati, collegarli (fra loro e con lo scheletro), garantire il loro nutrimento e anche di veicolare il fisiologico movimento che ogni organo deve compiere all’interno della sua loggia. Queste fasce connettivali vanno spesso incontro a disfunzioni, fissazioni e aderenze che l’Osteopata è in grado di individuare e correggere.
Scorrimento fluidico e sistema nervoso:
All’interno delle fasce di rivestimento connettivali decorrono vasi sanguigni e nervi, che si occupano del nutrimento, del drenaggio e dell’attività intrinseca dell’organo. E’ importante mantenere queste strutture libere da ristagni, compressioni e imbrigliamenti. Il varicocele femminile ad esempio è una delle principali cause di mestruazioni dolorose.
Ecco alcune considerazioni osteopatiche in rapporto a specifiche problematiche femminili del piccolo bacino
Premessa
Considerando gli stretti rapporti anatomici è importante valutare l’apparato riproduttore (Utero, Vagina, Tube Ovariche, Ovaie) assieme all’apparato escretore (Reni, Ureteri, Vescica, Uretra) e all’apparato digerente (in particolare Intestino Tenue e Colon).
In ambito ginecologico è necessaria un’anamnesi dettagliata, ricca di descrizioni, e devono essere specificate età, professione e abitudini, anamnesi familiare, frequenza e durata mestruale, episodi infettivi, aborti, problemi ostetrici chirurgici e addominali, disturbi urinari e intestinali.
Dismenorrea:
Dopo aver chiarito se il disturbo è primario (dal menarca) o secondario è necessario stabilire se il dolore è premestruale, intermestruale o postmestruale:
- Premestruale à si verifica dall’inizio del flusso (dolore intenso e di breve durata) o compare 24 ore prima per poi scomparire quando il flusso è già consistente. Questo tipo di dolore è legato in genere alla congestione venosa delle aree genitali dovute a squilibri ormonali o spasmi intestinali, durante la fase luteinica.
- Intermestruale à compare a metà del flusso, si intensifica verso la fine e scompare con il cessare del flusso. Questo dolore può verificarsi in concomitanza di endometriosi, come anche di problemi meccanici alle inserzioni uterine o di ptosi.
- Postmestruale à ha inizio quando il flusso è quasi alla fine e può durare anche alcuni giorni. Può essere anche secondario ad endometriosi, ma soprattutto occorre verificare la presenza di infezioni e disturbi meccanici lombari.
Amenorrea
Si tratta di una disfunzione la cui causa risiede spesso in disturbi dell’asse neuro-endocrino, ma non di rado fissazioni meccaniche di particolari articolazioni craniche, vertebrali e sacrali possono perturbare l’afferenza neurovegetativa ovarica, creando una conseguente inibizione funzionale dell’organo.
Dispareunia
E’ importante determinare le posizioni che causano la dispareunia, che indicheranno all’osteopata le strutture coinvolte e dunque le zone da trattare.
- In decubito ventrale: se il dolore insorge all’inizio della penetrazione può indicare un problema uretrale, cervico-trigonale (come ptosi o cistite)o un prolasso genitale importante. Se invece il dolore emerge alla fine della penetrazione può indicare una infiammazione della cervice uterina con antiflessione e antiversione dell’utero.
- In decubito dorsale: se il dolore insorge all’inizio indica un prolasso mentre alla fine esprime una retroversione e retroflessione dell’utero con aderenze del tessuto connettivo peri-uterino.
- In decubito laterale: il dolore insorto durante il coito può indicare una latero-versione o latero-flessione dell’utero con lacerazione di un legamento largo (in questo caso sarà doloroso solo uno dei due decubiti laterali).
Dispareunia e Anorgasmia possono inoltre essere provocati da una fibrosi della regione cervico-trigonale (tessuto fasciale vescico-uterino). Sono quasi sempre post-partum in seguito ad espulsione “fortemente accompagnata”. Il dolore sopraggiunge soprattutto in decubito ventrale, quando il pene si appoggia sulle inserzioni vescico-vaginali. Manipolazioni esterne sui tessuti di sospensione della vescica in questo caso risultano fondamentali.
Le turbe della libido e le anorgasmie non sono certamente sempre dovute ad una disfunzione somatica della struttura, ma se questa rende il coito doloroso, il coinvolgimento sessuale è già in partenza fortemente compromesso.
Infertilità
E’ difficile sapere con certezza se la manipolazione osteopatica può risolvere i casi di infertilità in quanto i parametri in gioco sono molto numerosi (psicologici, relazionali, ormonali, climatici ecc). Noi possiamo solamente affermare che le manipolazioni migliorano la mobilità e la motilità utero-tubo-ovarica creando condizioni favorevoli per una fecondazione.
Il ruolo del coccige:
L’articolazione sacro-coccigea è fondamentale nella comprensione e nel trattamento dei disturbi uro-genitali. Essa infatti rappresenta un vero e proprio “bilanciere” sul quale prendono inserzione i muscoli del perineo e i tessuti connettivali-legamentosi che provengono dagli organi pelvici. Il posizionamento, la mobilità e la sensibilità (dolori inclusi) del coccige dipendono dunque dalle tensioni più o meno anomale che si ripercuotono su di esso. Viceversa, mobilità e funzione organica dipendono dal corretto posizionamento sacro-coccigeo.
L’ importanza del cranio:
Il cranio, al contrario di quanto comunemente si pensa, non è una scatola rigida. Esso è composto di vari segmenti ossei articolati fra loro. Tali articolazioni, chiamate suture, consentono a questi segmenti di compiere dei piccoli movimenti. Di grande rilevanza è l’articolazione alla base del cranio tra Sfenoide e Occipite chiamata Sincondrosi Sfeno-Basilare (SSB), il vero e proprio “motore” di questo movimento ciclico intracranico che si diffonde attraverso la colonna vertebrale fino al sacro (ritmo cranio-sacrale). Una compressione o un disturbo della SSB può provocare degli ipofunzionamenti all’interno dell’asse endocrino ipotalamo-ipofisi oltre che disturbi meccanici del sacro e squilibri neurovegetativi.
Un Caso reale:
Donna, 43 anni. Si presenta per un dolore al ginocchio destro insorto da almeno tre mesi, ad esso è associata un’irradiazione pseudo-sciatica dietro al gluteo destro. Indagando con domande sistemiche emerge che la donna ha iniziato a soffrire da pochi mesi di un’incontinenza urinaria da sforzo e alcuni episodi di dispareunia. La donna ha 2 figli, e il primo parto è stato travagliato e difficile. I test osteopatici hanno rivelato:
tensione anomala dei legamenti ileo-lombari di destra, fissazione dolorosa dell’articolazione sacro-coccigea, forte tensione dei legamenti pubo-vescicali e aderenze fra corpo uterino e parte terminale dell’intestino tenue ed infine un blocco vertebrale fra la prima vertebra cervicale e la base dell’occipite.
Trattamento:
In prima seduta:
bilanciamento pressorio sui diaframmi toraco addominale e pelvico, correzione dell’articolazione sacro-coccigea e detensionamento dei legamenti pubo-vescicali, manipolazione su aderenza ileo-uterina.
Dopo 15 giorni seconda seduta:
Sblocco vertebrale Atlanto-occipitale, allungamento dei muscoli pelvi-trocanterici (in particolare medio gluteo, piriforme, e otturatore interno di destra).
Nella terza seduta di controllo avvenuta dopo 20 giorni la paziente non lamentava più dolori al ginocchio e via via sono andate sparendo le perdite urinarie da sforzo e gli episodi di dispareunia. Alla donna sono stati assegnati piccoli esercizi di ginnastica propriocettiva del pavimento pelvico e esercizi di rinforzo addominale.
Edoardo Mattone, Osteopata D.O.
Bibliografia
- Manipolazione Urogenitale, J.P. Barral, 1999, Castello Editore
- Manuale di Ostetricia e Ginecologia, A. Cardone - C. Balbi - N. Colacurci, 2006, Piccin Nuova Libraria S.p.A.
- Le Catene Fisiologiche Vol. 2, L. Busquet, 2016, Demi Edizioni