Stampa questa pagina
09/08/14

L'appuntamento con il sessuologo

Dopo aver deciso di affrontare il problema sessuale arriva finalmente l’appuntamento con lo specialista. Ma alle soglie della visita nuovi dubbi e interrogativi: “Cosa mi chiederà? Dovrò parlare davanti al partner? Mi visiterà? Devo portare le analisi cliniche?”

Ecco tutto quello che c’è da sapere per affrontare con serenità e con le giuste informazioni il primo colloquio con il sessuologo. 

 Una visita per la valutazione del proprio stato di salute è quasi sempre un appuntamento poco entusiasmante, che solleva ansie e perplessità.

Quando poi si tratta della nostra salute sessuale alla consueta tensione si aggiunge un forte senso di imbarazzo e di confusione. Parlare di aspetti così intimi e così profondi non è sempre semplice, soprattutto con una persona estranea. Capire in anticipo come si svolge il colloquio sessuologico può sciogliere molte comprensibili preoccupazioni.

Il sessuologo è, il più delle volte, uno psicologo che ha conseguito la specializzazione in sessuologia clinica, ma può anche essere un medico (ginecologo o urologo) con la medesima specializzazione. È fondamentale aver chiaro con chi stiamo parlando quando si tratta della nostra salute per questo il sessuologo, come il medico o lo psicologo, è tenuto a dichiarare le proprie referenze, i titoli raggiunti, le abilitazioni e a fornire ogni informazione sulla sua formazione accademica ed esperienza clinica.

La visita sessuologica è un colloquio e, di norma, non prevede una visita fisica.

Se in precedenza si sono effettuate analisi cliniche, interventi o cure farmacologiche per il problema che si sta affrontando sarà utile prendere in considerazione i referti e gli esiti relativi alle precedenti cure quindi è consigliabile portare con sé la propria cartella clinica.

A volte il sessuologo può richiedere la compilazione di alcuni questionari, questa procedura velocizza la raccolta dati; in questi casi i risultati e le osservazioni sui test vengono sempre discussi con il paziente.

Il sessuologo è tenuto al segreto professionale per questo ogni informazione oggetto di analisi e discussione sarà protetta da assoluta segretezza.

Quando esiste un partner, e quando questo sia partecipe e collaborativo nella vita del paziente, può essere utile convocarlo per mettere in luce il suo punto di vista; questo aiuterà la coppia a cogliere elementi di confronto spesso difficili da far emergere nelle discussioni a due.

La comparsa del problema sessuale nella vita del paziente e le modalità con cui questa difficoltà si esprime e condiziona i rapporti con gli altri sono le prime riflessioni per comprendere il significato di ciò che sta accadendo. Spesso, infatti, il disagio sessuale influenza il rapporto con il partner, con l’altro sesso in generale, e anche la percezione di sé attraverso il confronto con gli altri.

L’intervento sessuologico ha, quando necessario, anche il compito di fornire spunti ed elementi di conoscenza e comprensione del funzionamento sessuale femminile e maschile, delle diverse modalità di espressione del desiderio sessuale, dell’eccitazione e del piacere. L’obiettivo in questi casi non è didattico o educativo ma è quello di mobilitare una riflessione critica sulle credenze e convinzioni che possono essere alla base di sentimenti di vergogna, paura e giudizio. Lo specialista sessuologo ha una formazione interdisciplinare che gli consente di valutare quando sia necessario l’intervento del medico specialista in urologia, endocrinologia o ginecologia; a volte, infatti, le più comuni disfunzionalità sessuali si accompagnano o sono sostenute da sintomi fisici sia nell’uomo che nella donna.

Spesso il sessuologo utilizza delle metodiche di attivazione che permettono ai partner di recuperare la loro intimità attraverso delle esplorazioni e focalizzazioni guidate (le mansioni sessuali). L’utilizzo clinico di queste metodiche è lo spunto attraverso il quale la coppia si riappropria della sua personalissima e particolare dimensione di intimità. L’attività sessuale dovrà perdere le caratteristiche della prestazione da svolgere per diventare un “luogo” da tornare a frequentare con felicità ed entusiasmo.

Nell’individuazione della terapia è importante che i passi da compiere siano chiari e comprensibili per il paziente per questo anche lo stesso progetto di cura sarà oggetto di discussione. La terapia sessuologica non è, infatti, un processo dalla direzione incerta, ma focalizza preventivamente degli obiettivi e ne delinea le modalità di raggiungimento in modo tale che il progetto di lavoro sia un percorso condiviso con il paziente da subito.

 

Dott.ssa Fabiana Corica

Letto 6323 volte Ultima modifica il Domenica, 26 Ottobre 2014 21:42
Vota questo articolo
(0 Voti)

Articoli correlati (da tag)

Questo sito fa uso di cookies di terze parti, facendo click su qualunque link della pagina si accetta il loro utilizzo.